Parrocchia
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La Chiesa Madre dedicata a S. Maria Assunta, monumento più importante del paese, nel corso dei secoli ha subito varie trasformazioni architettoniche che ne hanno profondamente modificato aspetto e conformazione planimetrica. La sua collocazione a ridosso dell’area del castello, della cinta muraria e di una porta urbica avvalorano l’ipotesi di una originaria funzione di cappella palatina al servizio dei signori di Sclafani, con dimensioni notevolmente più ridotte di quelle odierne.
È possibile che gli interventi trecenteschi di espansione e di qualificazione urbana, tradizionalmente riconosciuti all’opera di Matteo Sclafani, abbiano anche riguardato la chiesa. D’altra parte, l’unico elemento architettonico superstite del periodo iniziale sembra essere il bel portale ogivale, databile certamente al ‘300.
Oggi la chiesa presenta impianto a tre navate, separate da arcate, ampio e profondo presbiterio ed una seconda porta di ingresso mentre gli altari laterali, noti dalla documentazione, sono stati soppressi o ampiamente modificati.
La torre campanaria, massiccia, serra il prospetto principale a modo di torre fortificata.
La documentazione reperita ci consente di affermare che importanti interventi di modifica sono stati attuati sulla Chiesa Madre agli inizi del Seicento in concomitanza con quanto avveniva negli altri centri del comprensorio.
Dopo il Concilio di Trento, dietro spinta ed ispirazione della Curia vescovile di Cefalù, notevoli trasformazioni strutturali interessano le chiese madri di vari centri della diocesi, come Collesano, Polizzi, Tusa e la stessa Cefalù. Sclafani non resta estranea al movimento di rinnovamento. Risulta infatti che il 4 dicembre 1611 il maestro polizzano Giovanni Antonio De Maria si obbliga col procuratore della chiesa don Marciano Cardinale ad edificare una navata alta circa tre metri a “culmarizzo” e a realizzare cinque “finestruni …a calce e rina”. Lo stesso maestro aveva in precedenza costruito la volta (maramma del dammuso) per la cospicua somma di sessantacinque onze.
Molto più ricca è la documentazione reperita sull’arredo sacro, anche se numerose e importanti opere non esistono più da tempo.
Fonte: “Sclafani Bagni - Profilo storico ed attività artistica" di Rosario Termotto
Accesso libero
Ingresso pedonale
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